Il benessere è produttività: la scalata verso un ambiente aziendale di successo
by Edoardo Monzardo e Mariagiovanna Ambrogio
Il termine benessere porta con sé una molteplicità di accezioni e può risultare di difficile attuazione in riferimento al singolo. Diventa ulteriormente complicato se si deve prendere in considerazione il benessere dell’intero contesto organizzativo. Oggi quando si parla di benessere aziendale (o benessere organizzativo) si intende la capacità di un’azienda di avere cura del benessere delle proprie risorse ponendo particolare attenzione alle dinamiche interpersonali che si strutturano al proprio interno a prescindere dal livello e dalla posizione che ognuno ricopre all’interno dell’organizzazione.
Perché è importante il “benessere aziendale”?
Le organizzazioni non producono esclusivamente beni e/o servizi, sono altresì produttrici di effetti sui propri dipendenti. Dunque, un ambiente che permetta ai lavoratori di sentirsi coinvolti, motivati in una dimensione di collaborazione dove vige una corretta circolazione delle informazioni, nonché flessibilità e fiducia delle persone sono elementi che concorrono, non solo al miglioramento della salute mentale e fisica delle singole risorse, ma anche all’aumento della produttività. Come affermato dal MIUR: “Le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo”. Il benessere di un’organizzazione si basa, dunque, sulla capacità di allinearsi intorno a una visione, una strategia e una cultura chiare.
Rischi di mancata applicazione
Se non si implementano strumenti di ascolto dei lavoratori, non si applica una politica di gestione efficiente atta ad incontrare le esigenze, non solo del singolo lavoratore, ma in relazione al contesto di tutta l’organizzazione aziendale, se non si costruisce una rete intorno alla singola risorsa in modo tale che questa si senta parte di un team, si corre incontro a molteplici rischi, tra cui: alti livelli di stress e di ansia per i lavoratori; insoddisfazione nei confronti della propria dimensione lavorativa che genera demotivazione perché gli obiettivi non sono chiari o perché circondati da un ambiente poco innovativo dove vi sono scarse possibilità di crescita; assenteismo a cui può essere correlato il desiderio di cambiare lavoro. Tutti questi elementi rappresentano indicatori di malessere che non vanno sottovalutati perché possono incidere sulla performance e, di conseguenza, sulla produttività e sull’immagine dell’impresa.
I punti chiave per una strategia di successo
Ma la vera domanda è: come deve essere strutturata una buona strategia di benessere aziendale? – Ovviamente deve essere volta a regalare al dipendente esperienze finalizzate a consolidare il gruppo lavorativo in cui opera anche al di fuori del luogo di lavoro. Ormai è più che provato il fatto che un gruppo forte e coeso, oltre che a generare una maggiore produttività, rende tutto l’ambiente lavorativo più disteso e meno stressante. Oltre che la parte meramente più organizzativa, bisogna prestare attenzione soprattutto allo stato d’animo dei singoli dipendenti e ad uno studio approfondito sul benessere generato dell’ambiente di lavoro stesso tramite un continuo dialogo tra dirigenza e lavoratori, il quale deve avvenire con meno ostacoli gerarchici possibili.
Best Workplace
Ogni anno “Great Place To Work” (GPTW) stila una classifica delle aziende che si sono distinte come il miglior ambiente lavorativo, dove i dipendenti condividono i valori dell’azienda, intrattengono un buon rapporto non solo con i colleghi ma anche con i manager loro preposti e sono fieri di quello che fanno. Per misurare il benessere organizzativo all’interno dell’azienda, si fa ricorso al “Questionario di clima aziendale” (Trust Index), un employee survey che misura le opinioni dei collaboratori riguardo al clima lavorativo declinate nelle cinque dimensioni del modello GPTW: credibilità, equità, rispetto, coesione e orgoglio. Attraverso il “trust index” è possibile ricavare una precisa immagine della realtà lavorativa in cui il lavoratore è inserito, così da poter, attraverso l’analisi delle politiche di gestione, evidenziare i punti di forza e risolvere le criticità. Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 ore”: “Per i lavoratori, due elementi appaiono rilevanti nel determinare il Trust index: il primo è la fiducia nella direzione, il secondo invece è la capacità di innovare”. La classifica dell’anno 2023 vede sul podio: Hilton, Salesforce e American Express.
Edoardo Monzardo e Mariagiovanna Ambrogio
Anni fa non vi era la consapevolezza del fatto che la presenza di un ambiente di lavoro sano fosse strettamente legato ad una produttività aziendale massimizzata; oggi, la sensibilità moderna, a seguito di numerosi ed approfonditi studi in materia, ha portato le nuove aziende a implementare sistemi di organizzazione aziendale volti al benessere individuale nonché collettivo. Tuttavia, ci sono ancora numerose aziende che sottovalutano l’importanza di una organizzazione funzionale alla cura delle esigenze dei suoi dipendenti cadendo così in un errore che potrebbe costare loro non soltanto i rischi sopra menzionati ma anche una produzione di output minore.
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JEBO
Well-being is productivity: the climb to a successful corporate environment
The term well-being carries with it a multiplicity of meanings and can be difficult to implement with reference to the individual. It becomes even more complicated if one has to consider the well-being of the entire organizational context.Today when we speak of corporate wellbeing (or organizational wellbeing) we mean the ability of a company to take care of the wellbeing of its resources by paying particular attention to the interpersonal dynamics that are structured within it regardless of the level and position that each person holds within the organization.
Why is “corporate wellbeing” important ?
Organizations do not only produce goods and/or services, they are also producers of effects on their employees. Therefore, an environment that allows employees to feel involved, motivated in a collaborative dimension where there is a proper circulation of information as well as flexibility and trust among people are elements that contribute not only to improving the mental and physical health of individual resources, but also to increasing productivity. As stated by MIUR: ‘The most efficient structures are those with satisfied employees and a serene and participative ‘internal climate”. The well-being of an organization is therefore based on the ability to align around a clear vision, strategy and culture.
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Risks of non-implementation
If you do not implement tools for listening to workers, if you do not apply an efficient management policy capable of meeting the needs, not only of the individual worker, but in relation to the context of the entire company organisation, if you do not build a network around the individual resource so that they feel part of a team, you run into multiple risks, including high levels of stress and anxiety for workers; dissatisfaction with one’s own work dimension that generates demotivation because the objectives are not clear or because they are surrounded by an uninnovative environment where there are few opportunities for growth; absenteeism to which the desire to change jobs may be related. All these elements represent indicators of malaise that should not be underestimated because they can affect performance and, consequently, productivity and the image of the company.
The key points for a successful strategy
But the real question is: how should a good corporate wellness strategy be structured? – Obviously it must be aimed at providing the employee with experiences aimed at strengthening the working group in which they operate also outside the workplace. It is now more than proven that a strong and cohesive group not only generates greater productivity, but also makes the whole working environment more relaxed and less stressful. In addition to the purely organizational part, attention must be paid above all to the state of mind of individual employees and an in-depth study of the well-being generated by the working environment itself through continuous dialogue between management and employees, which must take place with as few hierarchical obstacles as possible.
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Best Workplace
Every year, Great Place To Work (GPTW) draws up a ranking of the companies that have distinguished themselves as having the best working environment, where employees share the values of the company, have a good relationship not only with their colleagues but also with their managers and are proud of what they do. In order to measure organizational well-being within the company, the ‘Trust Index‘ is used, an employee survey that measures employees’ opinions on the working climate broken down into the five dimensions of the GPTW model: credibility, fairness, respect, cohesion and pride. Through the ‘trust index’, it is possible to obtain a precise image of the working reality in which the employee is placed, so as to be able, through the analysis of management policies, to highlight strengths and resolve critical points. According to ‘Il Sole 24 ore’: ‘For workers, two elements appear relevant in determining the Trust index: the first is trust in management, the second is the ability to innovate’. The ranking for the year 2023 sees Hilton, Salesforce and American Express on the podium.
Edoardo Monzardo e Mariagiovanna Ambrogio
Years ago there was no awareness that a healthy working environment was closely linked to maximized company productivity; today, modern awareness, following numerous in-depth studies on the subject, has led new companies to implement company organization systems aimed at individual as well as collective well-being. However, there are still many companies that underestimate the importance of an organization that is functional in caring for the needs of its employees, thus falling into a mistake that could cost them not only the aforementioned risks but also lower output.
